Presidio tematico
a cura di Barbara Neri

 

Come noto, la prestazione professionale dipende da diverse variabili. Fra queste, l’assetto organizzativo, l’organizzazione del lavoro, la dotazione tecnologica e l’assetto gerarchico. All’interno di queste dimensioni strutturali ci collochiamo tutti noi, con i ruoli che ciascuno di noi agisce all’interno dei diversi contesti. 

L’errore più comune è credere che questa dimensione così strutturata – da sola – possa produrre automaticamente i comportamenti desiderati.

Al contrario, ciò che avviene nella realtà, è la persistenza di un legame molto debole tra le regole, razionali e formali, su come ci si debba comportare al lavoro e il buon funzionamento di un sistema organizzativo.

In questo contesto, esiste una dimensione del lavoro e della prestazione professionale molto più profonda di questa appena descritta e che riguarda la nostra sfera soggettiva e intersoggettiva. Una dimensione che fa leva su ciò che sentiamo di poter fare per l’organizzazione, mettendo in campo le nostre risorse interiori, le nostre forze e il nostro impegno. Stiamo quindi parlando di comportamenti aggiuntivi, rispetto a quelli obbligatori previsti dal contratto di lavoro; atteggiamenti che ciascuno di noi agisce a propria discrezione e che definiscono i comportamenti c.d. extra-ruolo (o “extracontrattuali”).

Le clausole contrattuali, anche quando prescrivono dati comportamenti o legittimano il rapporto all’interno della scala gerarchica, comunque non hanno il potere di assicurare collaborazione, capacità ideativa, visione, ma nemmeno posso assicurare lealtà, flessibilità, orientamento al risultato.

Nelle organizzazioni ciò che va gestito è dunque il comportamento e la competenza tecnica si colloca al servizio della dimensione interpersonale e relazionale che si esprime nell’extra-ruolo. Ciò che collega tutte le dimensioni è un radicato sentimento di appartenenza che spinge il lavoratore ad essere parte attiva e creativa dell’organizzazione con le connesse ricadute in termini di clima organizzativo, qualità del lavoro e produttività.

Incoraggiato dall’organizzazione, ciascuno di noi, nel proprio piccolo, può essere e creare quella differenza positiva che cambierà il luogo di lavoro; ciò portando nel contesto lavorativo, prima di ciò che sappiamo, ciò che siamo.